Il portoghese

Sono sempre stata molto attenta a non credere ai luoghi comuni, soprattutto se associati alla provenienza geografica delle persone.
Poi ho incontrato i portoghesi.
Tanti ma tanti portoghesi.
E mi sono detta che forse un fondo di verità c’è.
Cita wikipedia che “non fare il portoghese” sia utilizzato per “usufruire di un servizio senza pagarlo”.
L’esimio portoghese entra con il cipiglio di chi deve combattere una dura, durissima battaglia contro la commessa stronza che lo vuole certamente fregare.
Ovviamente non saluta, ti affronta a muso duro, fronte aggrottata e con tono di comando pregunta “o que costa isso”, senza per favore ( prego, grazie, scusi, tornerò).
Perchè tu, esimio portoghese, mi sfianchi per 40 minuti chiedendomi lo sconto quando ti ho detto (sorridendo, con affetto, per almeno 15 volte) che la politica del negozio non prevede sconti se non sugli articoli esposti con cartello “PROMOTION -20%”?
Perchè mi informi di aver trovato lo stesso articolo in un altro negozio a metà prezzo ma che sei disposto, esimio magnanimo e buono quale sei,  a  farmi un favore prendendolo da me aggiungendo un paio d’euro per farmi felice?
Perchè sei pronto a pagare senza discutere sul prezzo (e questa cosa ha fatto di me la donna più fortunata sul pianeta terra) ma vuoi, anzi pretendi, che ti aggiunga all’acquisto un omaggio, anche solo un articoletto da 5 euro solo per avermi fatto il favore (!) di avere acquistato da me?
Perchè lasci la tua simpatica discendenza rincorrersi nel negozio tra oggetti di legno e di ceramica urlando sporadicamente “não meix!” (che a me ricorda tanto lino banfi e mentalmente aggiungo “porc’puttena!”).
Perchè una volta effettuato l’acquisto assumi quell’espressione di disgusto? In fondo nessuno ti ha imposto di comprare souvenir per parenti e amici, no?
Ma soprattutto, perchè non mi saluti, uscendo?

Piccola precisazione: ho incontrato anche portoghesi educati, affabili e gentili.
C’è speranza.

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